La mia teoria dei giochi
Micro testi da non sottovalutare: regolamenti per giochi da tavolo e istruzioni stampate su carte di piccole dimensioni che necessitano, per forza di cose, di brevità d'esposizione e chiarezza.
Repetita iuvant
Curare l'apparato testuale di un gioco da tavolo è un lavoro di cesellatura. Nella maggior parte dei casi le istruzioni sono fornite dai giochisti, i creativi che le stendono in fase di elaborazione del gioco e le perfezionano durante numerose prove. Il redattore che ha il compito di revisionare regolamento, descrizione sulla scatola e spesso contenuti di carte si trova di fronte a un compito non facile. Il nucleo stesso delle istruzioni, per forza di cose, non può essere variato: usare perifrasi che migliorino la fluidità di questi micro testi spesso rappresenta un pericolo al fine dell'effettiva fattibilità del gioco.
È necessario resistere all'impulso di rendere quello che appare, a un prima lettura, macchinoso e comprendere appieno la necessità di adottare formule fisse, che nel loro ripetersi non solo offrono chiarezza ma anche la possibilità, a chi si accosta al gioco, di apprendere con facilità le regole di base e applicarle fin da subito.
Divertimento e tono di voce
Quando giungono nelle mani di un redattore, spesso questi testi appaiono freddi e privi dello spirito ludico che invece li dovrebbe permeare. Ma come conferire un tono di voce allegro, informale e giocoso a istruzioni di poche righe che non possono essere alterate? Prima di tutto evitando l'impersonalità: via i verbi all'infinito e la terza persona singolare. Meglio optare, per esempio, per “tu” che avvicini immediatamente il lettore alla dinamica di gioco rendendolo il protagonista. E, se lo spazio lo permette, via con esortazioni e inviti a “buttarsi” nella sfida.