Un’incredibile fascinazione per l’editoria infantile
Chi non conosce il mondo dell’editoria si accorge facilmente che quella dedicata all’infanzia costituisce un universo parallelo estremamente ricco. Quando lo si osserva da vicino, è facile perdersi in un labirinto di volumi molto diversi tra loro non solo per tipologia ma anche per età di riferimento e argomento. Ho scoperto che sono numerosi gli adulti che amano i libri per bambini pur non avendo figli, nipoti o infanti a cui offrirli; altrettanti sono i professionisti del settore che si sono avvicinati a questo universo e ne sono rimasti affascinati. Io appartengo senza dubbio a quest’ultimo gruppo. Non ho mai preso in considerazione di dedicarmi alla scrittura per l’infanzia: anzi, quando mi è stato commissionato per la prima volta un lungo lavoro di redazione per bambini, ho tentennato.
Non amo improvvisare e avevo intuito che la divulgazione per l’infanzia non fosse un lavoro da sottovalutare. Una sfida: ecco come ho affrontato quel primo incarico, a cui ne sono seguiti molti altri. Di natura estremamente diversa: collezionabili, riviste, booklet allegati a gadget, activity book, libri illustrati e romanzi. La riflessione che precede l’organizzazione di ogni progetto di redazione è molto più lunga e complessa di quella per gli adulti, per quanto mi riguarda. E molto più appassionante.
Tra draghi e caldaie, vincono le bestie mitologiche
Scrivere per professione porta inevitabilmente ad affrontare gli argomenti più disparati per diversi media. Presto i gusti vengono definiti e si comprende chiaramente cosa piace trattare e cosa, invece, si redige con serietà ma senza quel sottile piacere che si avverte chiaramente quando un testo diverte. Questo è quanto mi è accaduto con la scrittura per l’infanzia: è diventata il tipo di redazione con cui mi sento in maggior sintonia, con cui mi diverto nel senso letterale del termine: mi svago e distraggo dal quotidiano.
Non ignoro, ovviamente, il fine pedagogico che sottostà a ogni prodotto editoriale pubblicato per l’infanzia: anzi, ne sono costantemente coscia e questo mi spinge a sforzi d’attenzione per i contenuti sempre maggiori. Ma ciò non toglie che scrivere di draghi, squali, sette segrete sia magnifico. O almeno lo è per me.